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Pubblicato il Green Book 2023

Giunto alla decima edizione, il Green Book di Fondazione Utilitatis è la monografia completa del settore rifiuti urbani in Italia.

Il documento fotografa il comparto in cui vengono analizzati il contesto normativo di riferimento, gli aspetti di governance locale e gestionali, i risultati conseguiti dagli operatori sotto il profilo economico e patrimoniale, la spesa sostenuta dalle utenze finali destinatarie del servizio di igiene urbana.

Inoltre, attraverso l’esame della documentazione dei bandi di gara, analizza gli affidamenti di tali servizi. L’edizione del 2023, a cui ha contribuito ISPRA e con la collaborazione di Enea e Ancitel Energia e Ambiente, vede inoltre un focus su specifiche filiere dell’economia circolare quali le materie critiche, la frazione organica dei rifiuti e i rifiuti tessili.

I dati della produzione dei rifiuti urbani

I dati sui rifiuti urbani confermano come la ripresa del pendolarismo e il ritorno del turismo nel nostro Paese dopo la crisi innescata dalla pandemia da COVID-19 abbiano generato una ripesa della produzione nel 2021. La produzione dei rifiuti urbani aumenta in tutte le macroaree geografiche: nel 2021, ogni cittadino italiano ha prodotto in media 502 chilogrammi di rifiuti, con una variazione del +3% rispetto al 2020. Una crescita comunque più contenuta rispetto agli indicatori socioeconomici, quali il PIL e la spesa per consumi finali sul territorio economico delle famiglie residenti e non residenti che crescono rispettivamente del 6,7% e 5,3%.

Le aziende attive nel settore

Secondo gli ultimi dati forniti dalla banca dati di Utilitatis, il numero di aziende attive nella gestione del ciclo dei rifiuti risulta pari a oltre 650: il 51% sono specializzate nelle fasi di raccolta e trasporto, il 19% ha una gestione integrata, mentre il restante 30% delle aziende risulta specializzato nella gestione impiantistica.

Dal punto di vista della compagine societaria, a livello nazionale la forma prevalente è quella di operatori totalmente pubblici (40% in termini di abitanti serviti), laddove le aziende quotate, o quotate a controllo pubblico, coprono un territorio corrispondente al 15% degli abitanti, mentre le società miste a capitale pubblico e privato rappresentano il 13% della popolazione; complessivamente, gli operatori a partecipazione pubblica servono il 68% degli abitanti serviti.

La durata degli affidamenti

Alla frammentazione gestionale si affianca anche una forte discontinuità temporale della conduzione del servizio: circa l’85% delle gare per l’affidamento dei servizi di gestione dei rifiuti ha una durata pari o inferiore a 5 anni. Questo si traduce in un repentino cambio di gestione nei territori che, in assenza di una governance locale forte e di una pianificazione di lungo periodo, può incidere sui possibili livelli di miglioramento della gestione. Analizzando i bandi per tipologia di attività affidata, si rileva per le fasi della raccolta una durata media degli affidamenti pari a circa 4 anni, mentre per le attività di avvio a recupero e smaltimento la durata media è pari a 2,3 anni.

Il fatturato del settore

Nel 2021, il settore rifiuti ha fatto registrare quasi 13,5 miliardi di euro di fatturato (pari a circa lo 0,8% del PIL nazionale), occupando più di 97mila addetti diretti che costituiscono lo 0,39% del totale degli occupati in Italia e l’1,67% degli occupati del settore industriale. Tale valore è realizzato prevalentemente da aziende di grandi dimensioni, che in termini numerici risultano in minoranza, mentre numericamente prevalgono le aziende di piccole dimensioni. In termini dimensionali, il 48% dei gestori registra un fatturato inferiore a 10 milioni di euro annui, mentre il 4% degli operatori ha un fatturato superiore a 100 milioni di euro, corrispondente al 40% del fatturato di settore.

Fonte: https://www.utilitatis.org/my-product/green-book-2023/

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